DOMENICA REGAZZONI
NUDI E FORME
L’ARTE PER RICOMINCIARE A VIVERE
A cura di Matteo Pacini
11 maggio 2017
Negli spazi della galleria Artespressione di Paula Nora Seegy, in via della Palla n.3 a Milano, giovedì 11 maggio 2017, a partire dalle ore 18.30, si terrà il cocktail inaugurale della mostra Nudi e forme, l’arte per ricominciare a vivere che vedrà esposte una serie di opere dell’artista lombarda DOMENICA REGAZZONI.
L’evento è organizzato dall’ ASSOCIAZIONE LIBELLULE ONLUS che da anni opera in sostegno alla complessa fase di superamento del decorso post operatorio del cancro al seno o all’apparato genitale.
Parte del ricavato delle opere in vendita sarà devoluta all’associazione onlus Libellule che nasce per trasformare la vita delle donne reduci da un intervento, dando loro una chance per ricominciare a vivere secondo i tre valori fondamentali dell’associazione:
ACCOGLIENZA: non siamo numeri ma persone con un nome e una storia alle spalle. L’associazione è un luogo dove ritrovarsi, dove professionalità, amicizia e condivisione saranno valori fondamentali.
FOLLOW UP completo, due volte l’anno, “ su misura”. Risultati immediati, nessuna perdita di tempo. Soprattutto mai più stress da attesa.
RINASCITA: Star bene vuol dire volersi bene. Non solo cura ma anche svago, incontri con esperti, styling di moda, personal trainer, make up artist. Il meglio per riappropriarsi della propria femminilità.
L’esposizione, a cura di Matteo Pacini, sarà visitabile fino a sabato 20 maggio 2017, dal martedì al sabato dalle ore 12 alle ore 19. Per ulteriori informazioni e appuntamenti contattare la mail artespressione@gmail.com o chiamare il numero 0039 329 9648086.
DOMENICA REGAZZONI
Nudi e forme, l’arte per ricominciare a vivere.
La selezione di opere in mostra rappresenta un’efficace sintesi dell’ampia produzione artistica di Domenica Regazzoni, artista in continua evoluzione che, sulla scia delle ricerche astrattiste del Novecento avviate da Kandinskij e Paul Klee, sperimenta le diverse discipline artistiche avvalendosi persino della musica per percorrere la strada del suo perfezionamento poetico.
“Tento di evocare quello che sta dietro la superficie delle cose; ecco perché, a volte, una linea non ha più lo scopo di indicare qualcosa, che liberata da aspetti secondari acquista una sua intima musica, una forza interiore… forse tendo all’astratto, verso un mondo più felice di quello che mi circonda”
Con queste parole Domenica Regazzoni si preparava, già dalla fine degli anni ottanta, al passaggio dall’arte figurativa all’astrazione.
Sembra vivesse questo passaggio come una sorta di liberazione poiché, a volte, davvero la forma rappresenta una gabbia dalla quale è necessario prescindere per liberare l’essenza delle cose.
Ciò vale anche per le persone e bene lo sanno le donne che, a causa delle cicatrici dovute a interventi traumatici, si trovano a fare i conti con un corpo che non rispondere più ai canoni estetici comunemente accettati.
In momenti come questo la “forma” sembra divenire condanna ma il dolore non deve incarnare un sentimento vergognoso da estirpare o da occultare. La vita consta, non soltanto d’integrità, ma anche di rottura e, come tale, va accolta. L’imperfezione estetica non rappresenta un elemento capace di rovinare l’armonia di una figura bensì testimonianza della sua unicità. In questi casi l’arte, astratta soprattutto, può esercitare il suo effetto terapeutico rinvigorendo l’anima.
Domenica Regazzoni coltiva da anni la sua ricerca e affronta il mestiere di artista consapevole della responsabilità che esso ha nei confronti del mondo.
Dopo la fase figurativa dei paesaggi ad acquarello e dei raffinati e pensierosi nudi degli anni settanta e ottanta, l’artista si avvia, infatti, verso un’impostazione più formale.
Negli anni novanta avviene il passaggio alle sperimentazioni astratte e materiche, realizzate grazie al recupero dei materiali provenienti dal laboratorio paterno, storico liutaio lombardo e punto cardine della vita dell’artista. Gillo Dorfles chiama questi lavori “documenti dell’artigianalità familiare” poiché, grazie all’influenza della figura paterna, le suggestioni musicali giocano un ruolo chiave nella sua poetica indirizzata all’interazione fra tutte le arti.
L’abbandono della forma si traduce in un’astrazione poliedrica e libera che approda alla sperimentazione delle tecniche calcografiche, fase più matura del suo lavoro.
Attraverso la tecnica del monotipo, la Regazzoni nega all’incisione il carattere di riproducibilità in serie tipica delle arti grafiche e realizza, per mezzo di un torchio, esemplari dal valore pittorico di opere uniche e irripetibili.
Matteo Pacini
BIOGRAFIA DELL’ARTISTA
Domenica Regazzoni nasce in Valsassina (Lecco) nel 1953.
Inizia a dipingere nei primi anni settanta frequentando i corsi serali all’Accademia di Brera. A poco a poco abbandona la pittura figurativa per passare a un’impostazione più astratta e informale. Dai primi anni novanta la sua opera è volta a cercare un punto d’incontro tra pittura, scultura, musica e poesia, alla ricerca delle intime affinità che legano colore e materia, suono e parola.
Nel 1992, a cura di Giorgio Seveso, illustra per la collana All’insegna del pesce d’oro di Vanni Scheiwiller Canto segreto, una raccolta di poesie di Antonia Pozzi.
Ispirandosi alle più poetiche canzoni di Mogol e di Lucio Dalla nascono le mostre Colore Incanto (catalogo a cura di Paola Gribaudo, Torino) e Regazzoni & Dalla (catalogo Galleria Blu, Milano).Vengono realizzate esposizioni personali a Tokyo (Ginza Center Point Gallery, 1997) e in spazi pubblici di numerose città italiane, tra le quali Bergamo (Centro Culturale San Bartolomeo, 1996), Milano (Fondazione Stelline, 1998), Roma (Complesso del Vittoriano, 2000) e Bologna (ex chiesa di San Mattia, 2001).
Nel 2000 pubblica una monografia ispirata alla poesia Haiku, edita da Viennepierre. Nello stesso anno, in seguito alla scomparsa del padre Dante Regazzoni, grande liutaio lombardo, nasce l’esigenza di realizzare la mostra Dal Legno al Suono (catalogo Skira, Milano, a cura di Gillo Dorfles, 2003) ispirata all’arte della liuteria. L’esposizione, di volta in volta arricchita da nuovi lavori, viene presentata a Firenze (Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, 2003), Milano (Teatro dal Verme, 2004), Lecco (Museo Civico di Villa Manzoni, 2005), Roma (Auditorium Parco della Musica, 2006).
Le esposizioni ispirate alla liuteria proseguono nel 2006 con Lo spartito del sogno alla Compagnia del Disegno di Milano, a cura di Domenico Montalto. La mostra viene riproposta in una nuova versione nel 2008 all’Università Bocconi ed alla Miyawaki Gallerie di Kyoto con il titolo From wood to sound. Nell’ottobre dello stesso anno inaugura al Museo Internazionale e biblioteca della musica di Bologna la mostra Scolpire la musica (catalogo Skira a cura di Martina Corgnati).
Dal 2007 inizia a lavorare nel campo dell’incisione presso la stamperia di Giorgio Upiglio con cui collaborerà fino al 2013, anno della della sua scomparsa.
Nel 2009 una sua grande scultura in bronzo The Broken Violin viene collocata permanentemente nel Coltea Park, piazza dell’Università di Bucarest (Romania).
Nel 2010 il Comune di Sestri Levante organizza una mostra retrospettiva sui dipinti ispirati alla città ligure creati durante i frequenti soggiorni avvenuti negli anni dal 1980 al 1990.
Nel 2011 partecipa con alcune opere all’esposizione organizzata al Palazzo delle Esposizioni di Torino nell’ambito degli eventi correlati alla 54ª Biennale di Venezia.
Nel 2012 allestisce in una galleria milanese un’interessante mostra “a due mani” con il grande fotografo Gabriele Basilico in cui le foto dell’acciaieria Falck dismessa si fondono con le tele di una “Milano” interpretata dall’artista lombarda. Nello stesso anno due mostre personali in Cina allo Shanghai Italian Center e a Suzhou oltre alla partecipazione ad Art Fair di Shanghai.
Nel mese di aprile e maggio del 2013 ritorna a Shanghai per una mostra personale alla Tongji University organizzata dal dipartimento di Architettura e Pianificazione Urbanistica. Nell’ottobre dello stesso anno tiene una personale alla galleria nord del Parlamento Europeo a Strasburgo.
Nel 2014 è tra gli artisti protagonisti della Triennale di Arti visive di Roma.
Nel giugno 2015 allestisce la mostra di “monoprint” Convergenze Parallele insieme all’incisore cinese Lu Zhiping in collaborazione con la Shanghai International Culture Association. La mostra al Palazzo della Permanente di Milano (catalogo Allemandi Torino, a cura di Ivan Quaroni), è stata inserita nelle iniziative di ExpoinCittà.
LA GALLERIA ARTESPRESSIONE
ARTESPRESSIONE è un progetto che nasce nel maggio 2009 da un’idea di Paula Nora Seegy con l’obiettivo di favorire l’interazione e le sinergie delle diverse espressioni artistiche in uno spazio espositivo pensato per ospitare mostre ed eventi nel cuore della “Vecchia Milano”, a due passi da Piazza Duomo. Senza essere rappresentativa di nessuna corrente in particolare, Artespressione segue una linea autonoma incentrata su un programma espositivo di sapore internazionale a cura di Matteo Pacini, dividendosi equamente fra pittura, scultura e fotografia. Negli ultimi tre anni ARTESPRESSIONE ha organizzato numerosi eventi tra mostre personali e collettive, in galleria e presso altri spazi, partecipando a festival, manifestazioni e fiere d’arte in Italia e all’Estero.
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